Camminare

Chissà dov’è che andiamo poi quando iniziamo a camminare, se abbiamo davvero una direzione, un obbiettivo… oppure buttiamo un passo avanti all’altro in attesa di nuove ispirazioni per cambiare il passo o per qualche svolta improvvisa. Chissà se davvero qualche volta abbiamo avuto le idee chiare su ciò che volevamo o in fondo si parte sempre pensando vediamo che succede… lasciando briciole per poter tornare indietro, portando provviste per un eventuale allungamento del percorso. Mettendo in conto sempre un imprevisto piacevole o contrario.

E quando ci chiediamo cosa è giusto non è che forse ci stiamo sempre chiedendo cosa vogliamo? Cercando di trovare una buona scusa per far diventare quel che desideriamo anche la cosa migliore da fare?
Cambiamo idea, vorremmo delle cose che in realtà non vogliamo davvero, o che sappiamo ci basterebbero per poco.

Crescendo si impara a desiderare solo di stare in pace. Le emozioni troppo forti iniziano ad infastidirci, ci mettono in discussione e nello stesso tempo siamo abituati a camminare in bilico da troppo tempo e con tutti e due i piedi ben piantati a terra facciamo fatica ad avanzare come se la forza di gravità ci tirasse giù, ci sentiamo pesanti e fuori posto.

Allora succede che ti svegli una mattina e non sai più chi sei. Ricordi bene chi eri, credi di sapere cosa stai diventando ma non ti conosci più così bene come credevi e inizi a parlare da solo, a farti delle domande per vedere come rispondi, se riesci a stupirti, per poi scoprire che ti senti esattamente come uno studente impreparato all’ennesimo esame.

Che cosa vuoi tu davvero? Forse niente, forse stai bene così davvero per la prima volta, esattamente dove sei, e non c’è nulla in particolare che ti strugge o fremi per possedere ma non sei mai stato abituato a vivere in questo modo.

Tutto quello che sei stato ti perseguita in qualche modo, tutto quello che ti sei lasciato capitare o che hai provocato è ancora lì, è sempre lì, e anche se sei cambiato sei sempre lo stesso. Sei tu, con tutte quelle cose che proprio non riesci a non fare, con tutte quelle domande a cui non hai mai trovato risposta, ma anche con tutte quelle risposte che proprio non riesci a cambiare.

Ci si tempera, ma non si cambia. Ricordi sempre quella frase letta da qualche parte e ti dici che non è vero, che in realtà sei davvero un altro adesso, perché il tempo ti ha cambiato, perché la vita ha cambiato te mentre tu cercavi di cambiare lei. Eppure c’è quel frammento che resta immutato e ti fa domandare ancora una volta… sono io che sono sbagliato?

Karen Lojelo

Filed under: parole sparse

3 Commenti

  1. Complimenti Karen, bravissima come sempre 😉

    •  grazie 🙂

  2. “Crescendo si impara a desiderare solo di stare in pace”…. esatto Karen.. come perfettamente reale è tutto ciò che hai scritto in questo brano… sempre inadeguati e sempre sbagliati .. ma pur sempre noi… ti ho scritto quà ma non essendo sicura che tu abbia ricevuto il mio mess. ti comunico che mi son disconnessa momentaneamente (credo) da fb… ma che continuo a seguirti e a commentarti in questo blog, scusami ma non voglio tu pensi io abbia cancellato te, Giuseppe Mastroianni e Stefano Crifò dai miei contatti, nulla di personale con gli amici.. piuttosto qualcosa di personale con me… non sono piu molto in vena e .. sai com’ è.. un attimo di break.. ti abbraccio e.. per qlss cosa… scarpetta2007@libero.it .. oppure .. c’è il maritozzo Peppe!! ;)))  


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