Il passato di Eva

Voleva solo che tutto finisse. Una volta per tutte. Quel dolore era tornato, eppure era andata via, era andata via, lontano; almeno così aveva creduto. Invece era di nuovo lì, quel ricordo, sempre lo stesso, con la stessa intensità come se non fosse passato un solo giorno; come se il tempo non avesse fatto il suo corso, come se tutti quei chilometri non avessero mai messo distanze.

Lei se ne stava lì, nascosta dietro i suoi occhiali da sole, di nuovo distante da quel presente che quella mattina era tornato ad essere un estraneo, un intruso che voleva soltanto andasse via da casa sua, dalla sua vita, dalla sua vista.

Nonostante gli sforzi, i passi ben distesi e la volontà, lei apparteneva al passato, a quel passato che tornava scalciante ogni volta senza preavviso, senza bussare, senza un apparente motivo nella sua mente carico di rimpianti per il bel tempo andato, si dimenava nella sua testa vivo e pulsante come se non si fosse allontanato mai nemmeno per un momento.

Eva si sentiva così stanca quella mattina che non aveva voglia nemmeno di provare a scacciare via i pensieri.
Aveva aperto la porta e li aveva lasciati entrare tutti di nuovo a torturarla senza porre alcuna resistenza.

Aveva bisogno di stare male,o forse tutto accade per un motivo; le lacrime le avrebbe asciugate il vento, il sale no, quello sarebbe rimasto, ma del resto, non esiste nulla che se ne vada mai davvero, come non esiste niente che davvero rimanga.

Viviamo in una sorta di strano limbo alimentato da effimere illusioni reali a tratti, non le restava che aspettare la prossima illusione che per un poco avrebbe tenuto lontani i ricordi o addirittura un miracolo che li avrebbe riportati nel presente.

Squillò il telefono. I ricordi non erano entrati casualmente solo nella sua testa quella mattina.
Eva sorrise.
Le venne in mente il pezzo di una vecchia canzone, certe cose fanno dei giri immensi, ma poi ritornano…

Certi giorni ci si ritrova a crederci.

Karen Lojelo

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