Non ti scordar di te

  • Copertina flessibile
  • Editore: Viola Editrice (16 marzo 2018)
  • Collana: Viola Editrice
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8898866720
  • ISBN-13: 978-8898866724
  • Peso di spedizione: 340 g

Toscana. Sarà proprio qui, nella vecchia tenuta dei nonni, che Priscille – una giornalista affermata che ha girato tutto il mondo – nel giorno del suo trentesimo compleanno dovrà tornare, ritrovandosi ad affrontare i fantasmi del suo passato. Un romanzo ricco di personaggi molto diversi tra loro. Una storia che parla di come ogni persona che entra nella nostra vita abbia un ruolo fondamentale, anche se qualcuna resta e altre sono solo di passaggio. Il lavoro, l’amicizia, la famiglia, il sesso, l’amore, il dolore, la felicità, la vita e la morte. Perché la vita è fatta di questo e nessuno di questi aspetti può essere trascurato. E come dice la stessa Priscille: “È solo alla fine che si possono riunire tutti i pezzi del puzzle della nostra esistenza trovandole un senso.”

‘Mi chiamo Priscille La Croix, inizierò a raccontarvi la mia storia da un giorno ben preciso, un giorno in cui viaggiavo da Parigi a Firenze, su un treno che correva veloce.

Stavo andando al funerale di mio padre, nella vecchia tenuta in Toscana, lì avrei incontrato la sua nuova famiglia che lo stava piangendo. Avevo quella morte da piangere, eppure in quel momento i miei pensieri erano confusi dal viso dell’uomo che mi aveva accompagnato alla stazione. Era rimasto lì, immobile, mentre le porte del treno si chiudevano; il suo sguardo girava nella mia testa come una pellicola incastrata sulla stessa scena.

Era Marco Della Croce, il mio migliore amico da sempre. Mi aveva accompagnato alla stazione, a Gare de Lyon. Era a Parigi per caso e stavamo cenando insieme quando avevo ricevuto la telefonata di mio nonno.

“Abbi cura di te Priscille.” aveva detto Marco mentre il capotreno fischiava. Solo quello. Eppure il suo sguardo sembrava volermi dire altre mille cose. Tutte quelle cose non dette che ci avevano unito e separato al tempo stesso per anni, avrei voluto parlare anche io e invece ero rimasta in silenzio a guardare le porte che si chiudevano e a vedere la sua immagine che si allontanava.

Dal finestrino mi si proiettarono nella testa tanti fotogrammi, paesaggi conosciuti e sconosciuti, tante immagini si sovrapponevano dietro al vetro, fino a che non vidi più il paesaggio ma solo i miei ricordi.

In fondo, ogni viaggio, ovunque si vada, finisce dentro di noi.’

Pensai alla mia vita come ai pezzi di un puzzle sparpagliati sul pavimento che avrei dovuto rimettere insieme. Ogni pezzo raccontava una storia a sé, ma solo uniti potevano trovare un senso e  potevo riunirli solo ritornando dove tutto era cominciato. Dove ero cresciuta: in Toscana, a casa dei miei nonni.

Guardando da dietro quel vetro tutti i miei ricordi accavallarsi, mi sembrò di aver sprecato tanto tempo, inseguendo qualcosa che non volevo.

 Forse mi torna in mente proprio quel giorno perché è lì che iniziò tutto. Quello fu il primo giorno del resto della mia vita.

Il prima fu tutto il resto, il primo tempo di un grande spettacolo: una famiglia allargata a dismisura, i miei sogni di ragazzina, tutte le illusioni che popolavano la mia mente e le fantasie di una sognatrice interrotte da troppe delusioni.

Ora ripenso a tutte le lacrime della mia vita, a quante ne ho versate inutilmente e quante invece avrei dovuto versarne quando non l’ho fatto.

Ho sempre avuto un ordine delle priorità molto personale ed istintivo, ma in fondo tutto quello che ho fatto per me aveva un senso in quel momento e non credo ci sia nulla di più importante.

Ma cominciamo da lì, da quel giorno in cui morì mio padre, avevo trent’anni e, come vi dicevo, un vecchio treno mi riportò dove ero cresciuta.

Ecco l’incipit di questo romanzo edito da Viola editrice nel 2018, vincitore del premio della giuria al concorso internazionale Montefiore e finalista al Premio Argentario.

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