Il vizio di respirare (racconto breve)

Cercavo un posto dove nascondermi, volevo fuggire e scomparire come un disegno fatto con un dito su un vetro appannato al sorgere del sole. Avrei voluto sparire come il treno all’orizzonte di cui rimane solo l’eco di qualcosa che è passato. Ma più di tutto volevo che tu te ne accorgessi, che non c’ero più, volevo che ricordassi che ero passata di là. Volevo che ricordassi che mi ero fermata accanto a te. Avrei voluto ne sentissi la mancanza.

Ho cercato un modo per dimenticare ed essere ricordata da te. Ho cercato mille surrogati che allungassero il dolore con nuove illusioni come si fa con l’acqua mischiata al vino quando non ce n’è abbastanza da bere.

Ho camminato tanto per stancare i pensieri, per vedere se i ricordi esausti mi avrebbero lasciato proseguire da sola. Mi sono seduta e ho provato ad ascoltare anche la tristezza più insostenibile, aprendole la porta per capire se prima o poi ne avrebbe avuto abbastanza di me.

Ho cercato risposte, poi ho perfino smesso di fare domande. Sono stata meglio, poi di nuovo peggio. Volevo una macchina del tempo per ritrovare quel momento, così, intatto, come lo ricordavo. Ho cercato di volere altro, ma non durava mai più di un giorno, mi illudevo soltanto. Mai niente ha tenuto il confronto. E quando facevo qualcosa di buono per me, in realtà era ancora per farlo sapere a te. E quando trovavo qualcosa di buono in qualcuno… era ancora perché mi ricordava te. Ho parlato tanto contro il muro con la luce spenta, chiamandoti per nome, pregandoti di sentire come fosse una preghiera.

Ho chiesto in giro se qualcuno aveva notizie di un Dio che ascoltasse le persone. Sono diventata perfino una persona migliore, sperando che un giorno lo potessi vedere. Ho riempito vuoti, ho ricominciato anche a studiare. Ho perso il vizio di mangiare e a volte anche quello di respirare, tanto che mi sembrava di rimanere senza fiato come quando ero lì che ti vedevo arrivare. Ho buttato tutte le cose vecchie, sperando di cacciare via tutto il male. Ho provato a ricominciare.

Ma sono ancora qui sperando di vederti arrivare.

Karen Lojelo

//www.youtube.com/watch?v=vwQqTB6_QRk
Diane Birch – Rewind

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6 Commenti

  1. i tuoi racconti sono tutti veri, reali, sentiti come vissuti in prima persona evidenziando le emozioni che si possono toccare in una realtà non costruita ma naturale come se…non fosse un racconto ma vita…

    • grazie ancora Pio 🙂

  2. Conosco la sensazione… io semplicemnte le dicevo: “Perchè non mi ami?”

  3. Karen bellissimo,scrivi così bene,con tanta sensibilità,mi sembra di vedere questa donna che soffre tanto,fino a migliorarsi,alla fine però tutto quello che fa è aspettare ancora di rivederlo

    • grazie Silvana
      speriamo 😉


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